giovedì 20 gennaio 2011

I Verdi: “Sì fotovoltaico sui terreni, ma con regole precise” (???)

Pubblichiamo  da Riviera oggi:
del 18 gennaio 2011
Luciano Spinozzi, portavoce degli ambientalisti nella provincia picena, molto critico contro centrodestra e Rifondazione Comunista: “Giullari di corte che fanno il gioco delle multinazionali dell’atomo e del petrolio”

di: Pier Paolo Flammini 18 gennaio 2011 @18:45ASCOLI PICENO – Sole che ride, eccome se ride. I Verdi, attraverso il portavoce provinciale Luciano Spinozzi, prendono una posizione sui pannelli fotovoltaici con impianto a terra e contemporaneamente attaccano il centrodestra piceno e i “neo Romantici di una certa sinistra” per le norme limitatorie a questa tipologia di impianto emanate la scorsa estate.

Scrive Spinozzi, infatti, “che la presenza di impianti di notevoli dimensioni è ovviamente impattante sul paesaggio, intendendo però con questo la presenza di impianti che superano un ettaro di estensione e non i 50 kw di potenza espressa con delibera del Consiglio Provinciale approvata dai rappresentanzi della Destra e di Rifondazione Comunista, uniti nell’esprimere solidarmente idiozie”.

“Noi Verdi Piceni – continua Spinozzi – siamo con il sindaco di Colli del Tronto che recentemente si è espresso favorevolmente sul fotovoltaico, con motivazioni molto sensate: un impianto fotovoltaico a terra non è una lottizzazione di cemento ed asfalto, ma una struttura metallica alta 2-3 metri, intervallata e sopraelevata dal terreno, non richiede uso di pesticidi o diserbanti, i pannelli sono distanti tra loro per non creare zone d’ombra e soprattutto l’impatto visivo e panoramico, che sarebbe il piccolo sacrificio che si bisogna compiere, può essere ridotto di molto con opportune opere di mitigazione al contorno con piantumazioni adeguate. Inoltre un impianto dura 20-25 anni, dopo di che può essere smantellato e tutto torna come prima”.

“Questo dovrebbe fare la politica – si legge – Fissare poche ed elementari norme di salvaguardia del paesaggio, distacchi minimi dai fabbricati rurali, dai confini di proprietà e stabilire la consistenza delle opere di mitigazione per l’impatto visivo, stabilire il quantitativo massimo installabile in ogni comune in base alla propria estensione territoriale ed ai suoi assorbimenti energetici, ma come al solito a legiferare inmateria troviamo personaggi non qualificati che “arronzano” soluzioni improponibili e inadeguate, o in malafede, che, per difendere piccoli interesse di parte arrecano danni alla collettività, vestendosi da paladini del paesaggio rurale ma in realtà mostrano solo di essere dei Giullari di corte che fanno il gioco delle multinazionali del petrolio e dell’atomica”.

“Occorre una maggiore scientificità critica – termina l’ampia nota – e ascoltare le imprese della green economy e gli imprenditori agricoli delle vere aziende agricole e vitivinicole, per ascoltare, guidare ed indirizzare senza lasciarsi trasportare da valutazioni improvvisate. La green economy ha creato negli ultimi anni, solo nella nostra provincia, . Quindi diciamo sì al fotovoltaico sui tetti degli opifici industriali nuovi e già esistenti, ma anche sul terreno, con poche e precise regole a tutela del paesaggio. No invece alle mistificazioni populiste, sia di destra che di sinistra, rozze, ignoranti e inqualificate

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