martedì 11 novembre 2008

LEGAMBIENTE MARCHE CONDANNA ASPRAMENTE LA QUADRILATERO:


SINTOMO DI UNA MIOPIA SEMPRE PIU' GRAVE DI CHI GOVERNA

PERCHE' NON RIESCE A CAPIRE LE REALI ESIGENZE DI QUESTA REGIONE


ANCONA – Legambiente Marche spara a zero sulla Quadrilatero:'Il più grande errore politico degli ultimi decenni”.
Dopo la recente notizia dell'ulteriore finaziamento di 536 milioni di euro deliberato dal Cipe per il completamento della SS77, l'associazione ambientalista attacca duramente la Regione Marche rea di continuare a favorire una politica sempre più miope quindi distante dalle reali esigenze del nostro territorio.
Legambiente, pur consapevole che alcuni tratti stradali vadano riqualificati (come ad esempio è necessaria la messa in sicurezza della Muccia-Colfiorito) continua a condannare l'idea che lo sviluppo economico della regione dipenda principalmente dal sistema viario. C'è ancora chi è convinto che le nostre imprese saranno favorite da qualche strada in più mentre invece proprio questo contribuirà ad indebolirle. Come pure l'agricoltura subirà un duro colpo se ad esempio le gallerie previste nella zona delle sorgenti del fiume Chienti diverranno realtà (oltra naturalmente al conseguente deturpamento del paesaggio). Al contrario di quanto sta avvenendo in altre regioni italiane e nelle politiche europee, nelle Marche nessuno fa niente per potenziare il trasporto ferroviario. Devono ancora essere presi provvedimenti per la linea Civitanova-Albacina come pure non è stato spero nemmeno un eruo per migliorare la tratta adriatica che copre un territorio dove vive e lavora la maggior parte dei marchigiani oppure ancora non è stato fatto niente per il raddoppio della Falconara-Orte. Un'infrastruttura intermodale (Treno-Nave-Aereo) che ci faccia tenere il passo europeo, è possibile già da ora.
Per questo, per la sfida al futuro, le Marche hanno bisogno invece di più mobilità sostenibile (più investimenti su treni e metropolitane di superficie, più servizi di trasporto pubblico……) recuperando il progetto del Corridoio Adriatico e molte infrastrutture ‘dolci’, come quelle telematiche, dei presidi sanitari e scolastici, dei servizi di cura e manutenzione del territorio, dei servizi alle imprese, dei centri di ricerca e innovazione, delle reti dell’ospitalità per la valorizzazione anche turistica dei nostri paesaggi, ambienti, beni culturali, saperi, produzioni agricole tipiche, parchi, artigianato e manifatture di qualità Solo così potremo migliorare in conoscenza, ricerca, innovazione e sviluppo per essere competitivi in un mondo in continua evoluzione a prescindere da qualche kilometro di strada in più.Legambiente Marche lancia infine un appello affinché quelle forze politiche e sociali ma anche tutti i cittadini e comitati che sono contrari all'opera e al meccanismo di finanziamento della stessa (sottraendo cioè territorio e risorse finanziare agli enti locali) facciano sentire la loro voce.

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