martedì 28 luglio 2009

IL PROBLEMA DEL RIPASCIMENTO DELLA COSTA




Pubblichiamo da Sanbenedettoggi.it del 27/7/09 il seguente articolo:



Giuseppe Ricci dell'Itb Italia (associazione imprenditori turistici balneari) dichiara la contrarietà dell'associazione a interventi di ripascimento e alle scogliere, chiedendo invece l'adozione di tecniche meno invasive a protezione del litorale
SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Da Giuseppe Ricci, presidente nazionale associazione Imprenditori Turistici Balneari (Itb Italia) riceviamo e pubblichiamo:
«La realtà supera la fantasia e ormai il nostro litorale abbandonato a se stesso è diventato una discarica a cielo aperto e Dio solo sa dove gli interessi e l’incompetenza di alcuni amministratori potranno riservarci in futuro. E’ ora che anche la cittadinanza prenda una posizione critica e risoluta.
A nulla valgono i segnali di allarme come l’erosione della costa, che oltretutto si vorrà fermare con dannose ed inadeguate scogliere emerse a salvaguardare il nostro amato mare. Le scogliere alimenteranno l’inquinamento, deturperanno la fascia costiera, compromettendo l’ecosistema, rovinando per sempre le naturali caratteristiche che devono avere il mare e la spiaggia.
Si continua ad operare sulla costa senza un piano generale definito, in una maniera episodica con rimedi che aggravano ulteriormente la situazione ormai divenuta gravissima. Inoltre si mette a repentaglio il lavoro e gli investimenti di migliaia di imprese attive nell’indotto collegato alla balneazione, nella ricettività alberghiera, nella pesca e per la salute e la sicurezza dei cittadini.
E’ ora di dare un taglio deciso a questo stato di cose a questo pressappochismo ed incaricare enti e società di grande professionalità per studiare lo stato attuale e proporre rimedi definitivi.
Così come hanno fatto decine di avvedute città costiere che si sono avvalse, per esempio, del Laboratorio di Ingegneria delle Coste (LIC) del Politecnico di Bari, unico in Europa ad avere realizzato un modello tridimensionale e di simulazione in vasca per lo studio del sistema di drenaggio delle spiagge e dare quindi un’adeguata conoscenza della fenomenologia dei litorali. Conoscenza indispensabile per interventi ambientali necessari a non far regredire troppo velocemente la nostra costa.
Come Associazione dichiariamo apertamente la nostra contrarietà allo scarico della sabbia di Senigallia e di altra sabbia indagata, noi non vogliamo essere la pattumiera delle Marche, chiediamo che con estrema urgenza venga costituito un tavolo di lavoro presso la Capitaneria di Porto (che oggi riconosciamo garante degli interessi degli operatori turistici balneari con la speranza che la gestione del demanio turistico possa al più presto tornare alle loro competenze) con gli operatori impegnati direttamente nel settore e tecnici riconosciti tali per definire un piano di azione permanente di difesa della costa. Dando fine allo sperpero di denaro pubblico con il classico “buttare i soldi in mare”».

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