giovedì 20 ottobre 2011

CASO MEZZINA: tanti assenti illustri all'incontro coi cittadini

Da http://www.picenooggi.it/, 18 ottobre 2011
Molte le sedie vuote, venerdì sera, alla riunione indetta dal Comitato permanente di Cabbiano e Valentino: Celani, l’assessore Allevi, il sindaco di Appignano Agostini e di Offida Lucciarini (febbricitante). Il presidenteLuana Lappa: ”L’invito è stato esteso a tutti, tecnici e Politici interessati”

CASTEL DI LAMA – L’aria è tesa. E lo si capisce subito quando nella Sala Consiliare del Comune di Castel di Lama cominciano a fare il loro ingresso l’ingegnere Paolo Tartaglini, responsabile unico del Progetto Mezzina. Patrizia Rossini, sindaco di Castel di Lama e Simone Corradetti, Capogruppo del Pdl di Offida. Ma la coltre di tensione si infittisce quando chi, pur essendo stato invitato, quella soglia non la varca e non la varcherà mai, eludendo l’invito del Comitato Permanente delle Contrade Cabbiano e Valentino, in forza del suo presidente, la dottoressa Luana Lappa.


Tra i grandi assenti, dunque, alla riunione di venerdì sera alle 21 spicca il nome di Piero Celani Presidente della Provincia, l’ingegnere e direttore dei lavori Giuseppina Curti, l’assessore alle Infrastrutture per la Mobilità Pasquale Allevi, il sindaco di Offida Valerio Lucciarini (a letto con la febbre), il sindaco di Appignano Nazzarena Agostini, ed elementi di spicco della Guardia forestale. E una di quelle sedie rimaste vuote viene occupata – a pieno titolo – dal Presidente del Comitato San Lazzaro Giovanni Stracci.

“Qui la politica non c’entra nulla – Tartaglini apre l’incontro con la comunità civile presente, dopo una rassegna fotografica dello stato della strada provinciale Mezzina introdotto dalla dottoressa Lappa – tutto è passato in mano ai tecnici che stanno lavorando per la comunità. Stiamo ultimando il primo lotto e faremo di tutto per terminarlo entro l’8 dicembre”. L’ingegnere continua spiegando le problematiche tecniche incontrate durante l’esecuzione, e snocciola cifre relative ai lavori per il terzo stralcio (10 milioni di euro). Ma quando comincia ad affrontare argomenti che riguardano la messa in sicurezza di tutto il contesto, l’impeto della platea rompe gli argini e sfocia in un coro unanime di sdegno misto a rassegnazione: “Siamo esasperati”.

Le rivendicazioni dei cittadini presenti - tra i quali una nutrita delegazione in rappresentanza delle Contrade Palazzi di Appignano e di Offida – sono chiare: la futura messa in sicurezza dell’arteria interessata, di quelle alternative che sono a rischio congestione ed incidenti, soprattutto nel periodo invernale. Chi risarcirà le attività che hanno subìto il colpo a causa di questa opera – che tra l’altro rischia addirittura di entrare nel registro nero delle tante opere incompiute d’Italia a causa, secondo l’ingegnere, della contingenza economica regionale e nazionale. Dichiarazione dello stesso Responsabile del progetto che lascia tutti in preda al panico – e tempi di chiusura per il terzo lotto. E su quest’ultimo quesito Tartaglini risponde: “Stiamo facendo il possibile, ma prima di un anno non credo si possa terminare questi lavori”.

Sull’esecuzione dei lavori Giovanni Stracci mette in evidenza il mancato rispetto delle norme sottolineando, inoltre, l’enorme carico di responsabilità dell’ Amministrazione Provinciale e non certo dei tecnici che fanno il loro lavoro. Stracci fa riferimento alle molte lettere di protesta inviate, circa gli innumerevoli disagi arrecati ai cittadini soprattutto in relazione ad una segnaletica apposta totalmente inadeguata. E conclude: “Se si chiude il tratto di Contrada San Lazzaro stavolta succede il finimondo”.

Dopo gli innumerevoli interventi degli “indignati della Mezzina”, che rivendicano diritti e non solo doveri, la riunione volge al termine, ed in conclusione Patrizia Rossini congeda tutti fissando a breve un nuovo incontro con Tecnici e Politici direttamente impegnati nei lavori. In programma un nuovo incontro sul Progetto esecutivo del terzo stralcio dopo la Conferenza dei Servizi e la messa in sicurezza delle strade alternative, ove circolano giornalmente più di quattro mila veicoli. Con l’auspicio dei cittadini presenti di ottenere maggiore attenzione da parte di chi venerdì sera non ha risposto alle domande della Comunità. Perché non c’era.

mercoledì 19 ottobre 2011

SALVIAMO MORESCO! Lettera di Vittorio Emiliani

Lettera Aperta del Comitato per la Bellezza



Un nuovo caso-Monticchiello di Pienza?


Salviamo uno dei borghi più belli d’Italia : Moresco

Il Comitato per la Bellezza vuole unirsi ai numerosi cittadini, associazioni e comitati che,
nel paese di Moresco e in tutta la provincia di Fermo, in questo periodo stanno manifestando la
propria contrarietà alla realizzazione della Variante al P.R.G. dello splendido borgo marchigiano.
La variante prevede 15 nuove unità abitative, cioè villlette a schiera di 50 mq più relativi
garage, in parte ricoperte da erba, e tre palazzine di due piani nel cuore di una bellissima zona verde
a ridosso delle mura del castello di Moresco, che viene a ragione considerato uno dei borghi più
belli d’Italia, con la sua pregevolissima piazzetta e la famosa torre eptagonale, ed è giustamente
presente in tutte le guide e libri di promozione turistica e culturale della regione.
Il Comitato ritiene che questa introduzione di cemento e asfalto davanti alle mura medievali,
in mezzo al verde ancora intatto e per di più in prossimità di una antica chiesetta rurale, costituisca
uno scempio da evitare assolutamente, in special modo in considerazione del fatto che a Moresco vi
sono ancora circa 40 alloggi liberi e un palazzo vuoto dentro il centro storico e una intera
lottizzazione di 24 appartamenti fuori dal centro, rimasta anch’essa vuota perché invenduta da dieci
anni. Tutto ciò a fronte di una popolazione che ormai è stabile, da tempo, intorno ai 600 abitanti.
Insomma un altro caso-Monticchiello (Pienza) che tanto scalpore suscitò cinque anni fa.
Nel nostro paese la costruzione di alloggi negli ultimi decenni ha visto un incremento
spaventoso ed irrazionale, non altrimenti spiegabile se non con la mera speculazione incentivata da
un mercato inquinato e distorto: negli ultimi 60 anni sono state costruite abitazioni per 100 milioni
di stanze in più, pari al + 247 %, per una popolazione aumentata solo del 23%; si è avuto quindi un
aumento di cemento 10 volte superiore. Anche togliendo un 25 % di seconde e terze case, il surplus
è evidente: a Milano ci sono 90.000 alloggi vuoti e a Roma 185.000.
Nella sola Regione Marche il suolo libero è diminuito di migliaia di ettari in quindici anni,
cioè la Regione ha perduto (bisognerebbe dire perduto per sempre, in quanto il cemento e l’asfalto
sono danni ambientali irreversibili) una quota importante di superficie ancora agricola, a bosco, a
pascolo, comunque non urbanizzata. E fra l’altro la proposta di legge in discussione in questo
periodo in Regione “Norme in Materia di Riqualificazione Urbana Sostenibile e Assetto
Idrogeologico”, non aiuta certo a contrastare questo dissennato percorso, anzi per certi aspetti lo
incrementa.
Per questi motivi la variante in questione, che va ad integrare un Piano Regolatore molto
recente e tutt’altro che esaurito, rappresenta una scelta assolutamente perniciosa e da evitare, oltre
che una evidente anomalia per il fatto di essere promossa dal Comune, cioè proprio dall’Ente locale
che dovrebbe difendere il suo ambiente invece di rovinarlo in questa maniera.
È necessario quindi cambiare strada se non vogliamo che Moresco si allontani da quella
preziosa identità di borgo rurale fatta di antica tradizione, di dolce qualità della vita e di rispetto
dell’ambiente circostante che ne fanno uno dei gioielli non solo delle Marche, ma di tutta l’Italia.
Il Comitato per la Bellezza chiede quindi al Soprintendente ai Beni Ambientali ed
Architettonici della Regione Marche di porre in essere tutti gli strumenti di vincolo e di
salvaguardia che le leggi consentono, per tutelare quell’angolo di paesaggio così tipico del centro
Italia e al Presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, di esercitare in pieno la sua facoltà
di controllo e di inibizione verso scelte dell’Amministrazione locale che rappresentano una
autentica dissipazione di paesaggio e di beni primari. Occorre insomma bloccare, senza esitazioni,
la variante in oggetto. Un appello: non rovinate anche le Marche interne dopo aver compromesso
quasi totalmente la zona costiera.
Per il Comitato per la Bellezza, VITTORIO EMILIANI

giovedì 13 ottobre 2011

Anche nel Piceno si costituisce il coordinamento provinciale per la salvaguardia del territorio e del paesaggio

Colli del Tonto- 9 ottobre 2011-
A breve inizierà una raccolta firme per presentare una legge regionale sul governo del territorio e del paesaggio delle Marche



n un partecipato incontro tenutosi a Colli del Tronto, si è costituito il Coordinamento provinciale per il Suolo ed il Paesaggio della provincia di Ascoli Piceno. Come nel resto delle Marche, anche nell’Ascolano associazioni, comitati, movimenti si mettono in campo, insieme ad oltre settanta associazioni marchigiane, per spingere dal basso le istituzioni, in particolare la Regione, a cambiare le politiche di gestione del territorio e ad aprire una nuova stagione capace di guardare al futuro. Dalla crisi infatti non si esce con la cementificazione speculativa che, come ci dicono gli economisti e dimostra l’esplosione delle bolle immobiliari in America ed in Europa, droga il mercato delle case, riduce la possibilità di acquisto e di vendita di abitazioni (per l’eccesso di offerta che però non intacca il livello dei prezzi), distrugge gli investimenti delle famiglie, pietrifica i capitali, riduce l’attrattività del territorio e taglia le prospettive per le economie legate alla qualità, ai turismi, alle nuove agricolture.

E che dire del dissesto idrogeologico, dei costi sociali ed economici che i marchigiani debbono pagare per i disastri ambientali scatenati da frane ed alluvioni, frutto non dell’aggressività della natura ma di una gestione dissennata del territorio, di fiumi sfruttati e degradati, di strutture e fabbricati industriali costruiti in aree golenali vincolate nel 63% dei Comuni delle Marche, di interi quartieri edificati in zone a rischio esondazioni? Non è più accettabile che le Marche continuino ad essere la terza regione d’Italia per degrado idrogeologico, una delle prime per consumo di suolo con il 12,5% di incremento della superficie edificata fra 2001 e 2008 a fronte di una media nazionale del 7,8%, una delle prime per quantità di pannelli fotovoltaici installati sui suoli agricoli anziché nelle aree industriali e già urbanizzate: e tutto ciò nel mentre si prelevano dalle tasche dei cittadini ingenti quantità di denaro per promuovere la Regione attraverso il suo paesaggio, decantato in televisione, sfregiato e distrutto nella realtà.

Di fronte a questa cinica schizofrenia degli amministratori pubblici i cittadini, gli imprenditori, i tecnici e gli esperti aderenti al Coordinamento per il Suolo e per il Paesaggio di Ascoli Piceno organizzeranno incontri di informazione e dibattito con la popolazione e, in raccordo con il Coordinamento regionale, parteciperanno alla elaborazione ed alla raccolta firme per una Proposta di legge regionale di iniziativa popolare sul governo del territorio , che consideri il suolo ed il paesaggio fondamentali beni comuni, grandi risorse strategiche per lo sviluppo dei territori, da sottrarre, come l’acqua, alle logiche accaparratrici di pochi e da valorizzare invece nell’interesse generale secondo principi di partecipazione, equità, sussidiarietà, condivisione delle scelte e trasparenza degli atti di governo.

Amici della Bicicletta di Ascoli Piceno Archeoclub d’Italia, sede di CupramarittimaAssociazione I Care di San Benedetto del TrontoErmo Colle di Colli del TrontoItalia Nostra di Ascoli PicenoLegambiente di Ascoli PicenoLegambiente di San Benedetto del TrontoLuoghi Comuni di Ascoli PicenoOfficina San Giacomo di MonteprandoneTavolo piceno acqua bene comuneTutela e Sviluppo del Territorio di CossignanoTutela e Valorizzazione della Valdaso