venerdì 28 gennaio 2011

"FOTOVOLTAICO: E' IL CAOS"

Da Riviera oggi:
http://www.rivieraoggi.it/2011/01/20/111822/fotovoltaico-e-caos-il-pd-delibera-provinciale-inefficace-per-legge/
Questa estate era stato posto un limite di 50 kw per la potenza degli impianti a terra, ma secondo una linea guida del Ministero dello Sviluppo “questa non sarebbe compatibile” e ciò è evidenziato da una sentenza del Tar Marche

di: Pier Paolo Flammini 20 gennaio 2011 @18:08ASCOLI PICENO – Pannelli volanti: sul fotovoltaico, espressamente sugli impianti a terra, è caos. Dopo che la scorsa estate, con delibera numero 29 del 16 luglio 2010, la Provincia di Ascoli aveva sancito dei limiti di potenza per gli impianti, a tutela del paesaggio (massimo 50 kw), adesso, fa sapere il gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico, “la stessa delibera è priva di efficacia e quindi di essa non va tenuto conto”.

“A tale determinazione – prosegue la nota del Pd – scaturita dopo l’emanazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico delle linee guida nazionali ed alla individuazione dei siti non idonei da parte della Regione Marche, è addivenuta la stessa Provincia che, nel costituirsi in giudizio presso il Tar Marche avverso un ricorso presentato da un’azienda privata, ha espressamente dichiarato che la deliberazione 29/2010 è inefficace”. Tuttavia “poiché tale delibera però non è stata ancora revocata, essa continua a produrre i suoi effetti ed è quindi necessario che il Consiglio Provinciale la annulli”.

Il Pd, fa notare, “in consiglio provinciale si era fortemente opposto all’approvazione di tale atto ritenendolo illegittimo, ha presentato una proposta di delibera per la sua revoca, chiedendo che venga posta all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Provinciale”.

“E’ paradossale, oltre che irresponsabile – dichiara il capogruppo Emidio Mandozzi – che l’Amministrazione Provinciale in sede giudiziaria, per non essere condannata, dichiari l’inefficacia della deliberazione e dall’altro la tenga ancora in piedi non proponendo al Consiglio Provinciale la sua revoca. Noi del gruppo Pd abbiamo presentato una proposta di revoca immediata di tale atto e chiediamo che venga posta all’ordine del giorno del prossimo Consiglio. Fin da quando è stata presa questa deliberazione era palesemente illegittima perché già erano state approvate le linee guida nazionali che escludevano esplicitamente qualunque competenza della provincia”.

Mandozzi è critico riguardo maggioranza di centrodestra e opposizione di sinistra: “Hanno voluto testardamente approvare questa delibera con il falso alibi della salvaguardia ambientale – salvaguardia che è garantita dalle norme nazionali e da quelle regionali – producendo volutamente gravi danni all’economia picena ed alle tante aziende, imprenditori, dipendenti che operano in tale settore che sono stati in questi mesi ingiustamente penalizzati rispetto agli altri territori marchigiani e di fuori regione. Già da settembre scorso avrebbero dovuto annullare tale deliberazione; non lo hanno fatto e sono quindi responsabili dei gravi danni prodotti all’economia ed alle aziende picene. Con la nostra proposta di revoca vogliamo ristabilire subito la legittimità delle procedure ed evitare ulteriori penalizzazioni al nostro territorio già così fortemente da una grave crisi economica”.

UNA BATTAGLIA VINTA: FOTOVOLTAICO SUI TETTI AL POSTO DELL'AMIANTO

Dal Blog del consigliere Giancarlo D'Anna http://dannagiancarlo.blogspot.com/2011/01/una-battaglia-vinta-fotovoltaico-sui.html

Troppo spesso si accusa l'opposizione di non fare proposte costruttive, Questa volta non si può negare che dall'opposizione non siano arrivate iniziative costruttive se è vero com'è vero che oggi la Giunta Regionale recepisce una proposta presentata attravero una mozione che ho presentato nel settembre 2010.Si tratta della campagna "eternit Free di Legambiente e AzzeroCO2 per eliminare l'amianto e sostituirlo col fotovoltaico sul territorio beneficiando degli incentivi speciali introdotti dalla Stato che scadevano nel dicembre 2010."La giunta regionale infatti proprio ieri ha comunicato di avr aggiunto ai contributi statai 250.000 euro, una cifra inferiore a quella della Regione Toscana , che già da tempo aveva aderito all'iniziativa, ma un segnale importante per due motivi. Il primo si affronta finalmente il pericolo amianto che miete in Italia oltre 3000 morti l'anno. Secondo si utilizzano i tetti di edifici e capannoni per impianti fotovoltaici nel momento in cui il proliferare di impianti a terra di fotovoltaico sta sollevando proteste (cosa che avevamo anticipato chiedendo un regolamento restrittivo) che sono addirittura arrivate al TG1 per il forte e dannoso impatto su un paesaggio unico.Ora la Regione deve continuare, incentivi o no, la battaglia per la rimozione dell'amianto dagli edifici pubblici ,il killer silenzioso non perdona. Allo stesso tempo un a più attenta vigilanza sulle autorizzazioni di impianti fotovoltaici, dando priorità assoluta ai tetti dei capannoni industriali.

giovedì 20 gennaio 2011

GRANDE PARTECIPAZIONE A COSSIGNANO PER LA PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SUL GOVERNO DEL TERRITORIO E SUL PAESAGGIO

Notevole partecipazione alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare riguardante il piano paesaggistico e il governo del territorio elaborato dal Coordinamento regionale del Paesaggio Marche , lo scorso 16 gennaio a Cossignano. Presso la sala delle Culture del Comune , in un’aula gremita di gente proveniente da tutta la provincia ad attestare la grande sensibilità della popolazione nei confronti della tematica, si sono avvicendati quali relatori il sindaco ospitante Roberto De Angelis, la Prof.ssa Olimpia Gobbi, presidente dell’associazione Luoghi Comuni e l’architetto Picciafuoco del Coordinamento Paesaggio Marche.


Il sindaco De Angelis ha introdotto il tema della serata sottolineando la rilevanza economica che la gestione del territorio riveste per un Comune. A fronte di un consumo sempre più smodato e sconsiderato del territorio e del paesaggio ad opera soprattutto di alcuni comuni costieri, il sindaco ha proposto un sistema di perequazione che preveda sanzioni pecuniarie a beneficio dei comuni più virtuosi

La prof.ssa Olimpia Gobbi ha poi illustrato alcuni dati nazionali e regionali preoccupanti che indicano come il consumo di suolo marchigiano sia ai livelli più alti d’Italia con il 12,5% di incremento della superficie edificata fra il 2001 e 2008 a fronte di una media nazionale del 7,8%. Tale incremento non risulta in alcun modo giustificato dalla richiesta di appartamenti in quanto intorno ai maggiori centri quali San Benedetto , negli ultimi decenni la popolazione è cresciuta del 37%, ma il suolo urbanizzato del 319%. Si stima che delle nuove costruzioni sia occupato solo il 25% dell’ edificato e stante così la situazione ogni cittadino risulta “avere” di media 5 appartamenti. Questi dati sconcertanti confermano come attorno all’economia del cemento si muovano interessi essenzialmente speculativi che drogano il mercato non permettendo comunque , visti gli alti prezzi prodotti da questi meccanismi, l’acquisto di una casa da parte di giovani coppie o persone bisognose. Non meno importante è poi l’altissimo rischio che una economia fittizia di questo tipo possa produrre una bolla speculativa dagli esiti drammatici. Ricordiamo a questo proposito la crisi americana, la crisi spagnola e , per ultima quella irlandese tutte accomunate da una profonda criticità dell’economia immobiliare. Infine, la Prof.ssa Gobbi ha sottolineato come il paesaggio debba in realtà essere a tutti gli effetti ripensato sotto una chiave di ricchezza economica di un territorio e delle persone che vi abitano, piuttosto che come un bene da sfruttarei per meri ritorni economici di pochi: in un territorio non degradato le persone vivono meglio, in città vivibili la criminalità è ai minimi livelli, le malattie legate all’inquinamento sono trascurabili e il comparto economico dell’agricoltura di qualità, del turismo, della cultura e della manutenzione del territorio possono dare maggiori ricadute economiche di qualunque cementificazione selvaggia.

L’architetto Riccardo Picciafuoco del Coordinamento Regionale Paesaggio Marche, è poi entrato nel vivo illustrando i principi generali che animano la proposta di legge. Il Coordinamento per la Tutela del Paesaggio delle Marche costituitosi circa tre anni fa, si è fatto promotore di una iniziativa che ha come obiettivo prioritario e strategico quello di portare all'odg del Consiglio Regionale delle Marche una innovativa e lungimirante proposta di legge sul governo del Territorio che sostituisca la vigente legge urbanistica regionale n. 34 del 1992,ormai datata e obsoleta. Con tale proposta , il coordinamento auspica che l’Ente Regione si doti di una legislazione di altissimo profilo culturale, capace di avviare una nuova stagione di piani paesaggistico - territoriali ed urbanistici orientati alla prioritaria ed irrinunciabile salvaguardia dei beni culturali e del paesaggio delle Marche, considerati nella loro complessità ed integrità come patrimonio comune inalienabile ed inscindibile, quale risultato di secolare e sapiente interrelazione tra opera dell’uomo e della natura. Le numerose norme tecniche elaborate si prefiggono di mettere un freno al consumo di suolo , alla speculazione edilizia, stimolando nel contempo il riuso del patrimonio edilizio esistente e la riqualificazione dei paesaggi degradati attraverso decisioni partecipate e condivise con le popolazioni. Tale proposto di legge sarà presentata nell’immediato anche alle altre province marchigiane per dare così avvio in breve alla raccolta firme necessaria per la deposizione della proposta di legge presso la Regione Marche.

Da sottolineare , in conclusione della serata, l’intensa partecipazione al dibattito da parte del pubblico.

Coordinamento Paesaggio Marche
Associazione Luoghi Comuni
Associazione Per la Tutela e valorizzazione della Valdaso




I Verdi: “Sì fotovoltaico sui terreni, ma con regole precise” (???)

Pubblichiamo  da Riviera oggi:
del 18 gennaio 2011
Luciano Spinozzi, portavoce degli ambientalisti nella provincia picena, molto critico contro centrodestra e Rifondazione Comunista: “Giullari di corte che fanno il gioco delle multinazionali dell’atomo e del petrolio”

di: Pier Paolo Flammini 18 gennaio 2011 @18:45ASCOLI PICENO – Sole che ride, eccome se ride. I Verdi, attraverso il portavoce provinciale Luciano Spinozzi, prendono una posizione sui pannelli fotovoltaici con impianto a terra e contemporaneamente attaccano il centrodestra piceno e i “neo Romantici di una certa sinistra” per le norme limitatorie a questa tipologia di impianto emanate la scorsa estate.

Scrive Spinozzi, infatti, “che la presenza di impianti di notevoli dimensioni è ovviamente impattante sul paesaggio, intendendo però con questo la presenza di impianti che superano un ettaro di estensione e non i 50 kw di potenza espressa con delibera del Consiglio Provinciale approvata dai rappresentanzi della Destra e di Rifondazione Comunista, uniti nell’esprimere solidarmente idiozie”.

“Noi Verdi Piceni – continua Spinozzi – siamo con il sindaco di Colli del Tronto che recentemente si è espresso favorevolmente sul fotovoltaico, con motivazioni molto sensate: un impianto fotovoltaico a terra non è una lottizzazione di cemento ed asfalto, ma una struttura metallica alta 2-3 metri, intervallata e sopraelevata dal terreno, non richiede uso di pesticidi o diserbanti, i pannelli sono distanti tra loro per non creare zone d’ombra e soprattutto l’impatto visivo e panoramico, che sarebbe il piccolo sacrificio che si bisogna compiere, può essere ridotto di molto con opportune opere di mitigazione al contorno con piantumazioni adeguate. Inoltre un impianto dura 20-25 anni, dopo di che può essere smantellato e tutto torna come prima”.

“Questo dovrebbe fare la politica – si legge – Fissare poche ed elementari norme di salvaguardia del paesaggio, distacchi minimi dai fabbricati rurali, dai confini di proprietà e stabilire la consistenza delle opere di mitigazione per l’impatto visivo, stabilire il quantitativo massimo installabile in ogni comune in base alla propria estensione territoriale ed ai suoi assorbimenti energetici, ma come al solito a legiferare inmateria troviamo personaggi non qualificati che “arronzano” soluzioni improponibili e inadeguate, o in malafede, che, per difendere piccoli interesse di parte arrecano danni alla collettività, vestendosi da paladini del paesaggio rurale ma in realtà mostrano solo di essere dei Giullari di corte che fanno il gioco delle multinazionali del petrolio e dell’atomica”.

“Occorre una maggiore scientificità critica – termina l’ampia nota – e ascoltare le imprese della green economy e gli imprenditori agricoli delle vere aziende agricole e vitivinicole, per ascoltare, guidare ed indirizzare senza lasciarsi trasportare da valutazioni improvvisate. La green economy ha creato negli ultimi anni, solo nella nostra provincia, . Quindi diciamo sì al fotovoltaico sui tetti degli opifici industriali nuovi e già esistenti, ma anche sul terreno, con poche e precise regole a tutela del paesaggio. No invece alle mistificazioni populiste, sia di destra che di sinistra, rozze, ignoranti e inqualificate

PERCHE' ESIGIAMO UN FOTOVOLTAICO NON SUI TERRENI AGRICOLI

Ovunque, tranne che in Italia e men che meno nelle Marche, si è capito che proprio sulla produzione del cibo, attraverso l’attività agricola e il collegamento di essa con l’industria di trasformazione, si gioca la partita decisiva per il futuro del mondo globalizzato. Questo paese dipende a tal punto dal commercio estero da far stimare (previsioni non mie ma della finanza internazionale, leggete i documenti di bruxelles) che, qualora una crisi internazionale arrestasse il commercio di alimenti, la nostra popolazione italiana sarebbe ridotta alla fame nel giro di poche settimane. L’esempio del rincaro del grano duro per la pasta (ve lo ricordate?) , dovrebbe insegnarci qualcosa. Esso ha gettato nell’allarme più totale l’Italia per mesi e mesi, per via dei rincari ( rincari, non scomparsa!!) della pasta, piatto nazionalpopolare. Eppure, con una disinvoltura che non ha eguali nel resto del mondo, si pianifica di trasferire una cospicua fetta delle terre agricole residue dalla produzione alimentare a quella elettrica e di farlo in particolare su quelle fertili di pianura e fondovalle, delle colline più produttive, con l’assurda motivazione che queste sono più facili da installare e nascondere, con l’ausilio di siepucce , alla vista del passante “distratto”. Sono anche BELLE. Come ci dice, se ancora non l’avessimo pensato, un certo Luciano Spinozzi , "portavoce " dei "verdi"  nel piceno (Arg!!). ma anche…vari compagni del partito dei verdi, a quanto sembra. Ricordo che il PRIMO CONTO ENERGIA che dobbiamo sostenere è il nostro CIBO di QUALITA’, senza quello dopo pochi giorni moriamo. Un governo responsabile ed oculato come quello tedesco ha capito questo problema per tempo e, nel luglio scorso, ha abolito qualsiasi forma di incentivazione sul FV istallato su terreni agricoli. Quello italiano, invece, dopo aver fatto sperare ad una progressiva riduzione delle aliquote a partire dalla fine del 2010 (soldi nostri) , ha fatto votare in un senato dimezzato dalle ferie estive una proroga degli elevatissimi incentivi del D.L. sul Contoenergia fino al giugno del 2011. Qualcuno poi ci dovrà spiegare perchè si continua questa installazione selvaggia nelle Marche quando la Regione ha pure ufficializzato che si è di GRAN LUNGA superato il tetto che la regione aveva stabilito di raggiungere nell’ambito delle rinnovabili. Dobbiamo aggiungere altro a Spinozzi e verdolini? O stanno anche loro facendo una fine scilipotiana?
mimma, con libero pensiero




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martedì 18 gennaio 2011

PUNTI SALIENTI DELLA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SUL PAESAGGIO

COORDINAMENTO REGIONALE PER LA TUTELA DEL
PAESAGGIO DELLE MARCHE
Contributo per la modifica della proposta di legge n. 156 del 01.03.2007 avente ad oggetto:
“Norme per lo sviluppo sostenibile ed il governo del territorio regionale”
(modifiche alla L.R. 5 agosto 1992 n. 34)

1. Premessa
2. Considerazioni generali
3. Proposte normative
4. Elementi da approfondire

1. PREMESSA
Il “Coordinamento regionale per la tutela del Paesaggio delle Marche”, costituitosi da quasi tre anni con l’obiettivo prioritario di portare un contributo fattivo per la conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del Paesaggio della nostra regione, riconoscendo nella sua globalità un valore inestimabile per l’intera comunità regionale sotto i profili culturale, socio-economico, psico-fisico ed identitario e condividendo i principi ispiratori e le finalità della “Convenzione Europea del Paesaggio”,

con il presente documento intende adoperarsi per il miglioramento del testo legislativo di cui all’oggetto, - adottato dalla Giunta Regionale precedente, discusso dalla IV Commissione Consiliare della scorsa legislatura e mai arrivato al Consiglio Regionale -, ritenendo di assoluta importanza che l’Ente Regione si doti di una legislazione di altissimo profilo culturale, capace di avviare una nuova stagione di piani paesaggistico - territoriali ed urbanistici orientati alla prioritaria ed irrinunciabile salvaguardia dei beni culturali e del paesaggio delle Marche, considerati nella loro complessità ed integrità come patrimonio comune inalienabile ed inscindibile, quale risultato di secolare e sapiente interrelazione tra opera dell’uomo e della natura.

A tal fine riteniamo però che sia di fondamentale importanza che l’organo legislativo disponga ed effettui, prima della stesura definitiva del testo di legge, una specifica ed esaustiva indagine sull’attuale stato della pianificazione nella Regione tale da mettere a confronto le attuali disponibilità di aree e volumetrie edificabili con le realistiche esigenze provenienti dal territorio e questo per i diversi usi: abitativi, industriali e artigianali, commerciali, direzionali, servizi pubblici.

L’indagine potrà essere opportunamente condotta per ogni singola Provincia con il supporto degli attuali strumenti informativi (SIT e GIS) verificando tutte le previsioni dei piani regolatori comunali in modo da effettuare un’ attendibile analisi prospettica utilissima anche per la predisposizione del nuovo PPAR adeguato al Codice dei BB.CC. Questa indagine costituirà così il presupposto stesso della legge così da renderla efficace nel suo primario scopo di governare in maniera sapiente e lungimirante l’attuale e futura realtà territoriale regionale in funzione del perseguimento di quegli imprescindibili obiettivi di lungo termine di tutela e di corretto uso del territorio.

2. CONSIDERAZIONI GENERALI
La proposta di legge regionale n. 156 avente ad oggetto “Norme per lo sviluppo sostenibile ed il governo del territorio regionale”, modificativa ed integrativa dell’attuale L.R. n. 34/92, è ben lontana dal poter essere considerata una vera ed organica riforma della legge vigente.
Si tratta infatti di una revisione dell’attuale legge urbanistica che non riesce a rappresentare quella svolta culturale e politica necessaria a garantire un’efficace e coerente tutela del Paesaggio delle Marche e un partecipato, efficiente e rigoroso Governo del territorio.
Gli aspetti ancora irrisolti rimangono troppi e troppo importanti per essere certi che la nuova generazione di Piani che seguiranno la nuova legge “urbanistica”, sia locali che territoriali, possa salvaguardare adeguatamente le immense e delicate risorse naturalistiche, storico-culturali, socio-economiche ed urbanistiche a noi pervenute.

Ad esempio, nell'oggetto della proposta di legge si dà per scontato il concetto di “sviluppo sostenibile”, senza che sia definito in modo chiaro di cosa si tratti e di quali contenuti ad esso sottendano; al contrario riteniamo sostanziale che l'ente proponente fornisca una precisa definizione di tale concetto in quanto esso è strettamente connesso alla futura “identità regionale”, da cui derivare gli obiettivi fondativi di tutti gli strumenti individuati per la gestione del territorio; identità che dovrebbe costituire il focus dell’intera legislazione in materia di territorio e di Paesaggio.

Tale identità, inoltre, dovrebbe scaturire da una partecipazione ampia e articolata di una serie di soggetti non istituzionali, oltre ai soliti “stakeholders”, che quasi sempre rimangono avulsi dai comuni processi di costruzione delle leggi e che invece potrebbero portare un grande contributo di conoscenza e di sensibilità.

In merito ai concetti sopra espressi, riteniamo sia utile rifarsi a quanto pubblicato nella deliberazione amministrativa n. 99 del 29.07.2008 – documento unitario di programmazione regionale (pubblicato sul B.U.R.M. n.79 del 20.08.2008).

3. PROPOSTE NORMATIVE
Ora passiamo ad illustrare nel dettaglio alcune proposte specifiche di modifica della legge, partendo dai principi fondativi.
2.1 Il principio fondativo della nuova legge, da inserire all’art. 1, dovrebbe essere quello che il territorio, l’ambiente ed il paesaggio costituiscono “beni comuni”, appartenenti all’intera collettività regionale, a cui associare valore sociale e culturale (e non solo economico) e che quindi vanno considerati nel loro insieme “patrimonio non alienabile e inscindibile”, salvo che per dimostrati e palesi motivi di pubblico interesse, dato che soltanto il loro corretto uso, la loro tutela, risanamento e valorizzazione possono garantire il “benessere durevole” dei singoli esseri viventi e dell’intera comunità marchigiana, come pure la conservazione del patrimonio naturale (ecosistemi e biodiversità).

Da questo assunto culturale ed etico, ne deriva che le trasformazioni del territorio devono essere rese possibili solamente se non compromettono la conservazione e la vitalità delle risorse non rinnovabili, siano esse materiali o immateriali, siano esse beni culturali, paesaggistici o ambientali e migliorino le condizioni specifiche e complessive dei contesti di intervento.
2.2 Un secondo principio basilare, peraltro già presente nell’attuale testo, ma privo dei necessari regolamenti attuativi, deve essere quello dell’equità sociale, della compensazione ambientale e del riequilibrio territoriale delle scelte di governo del territorio, da garantire attraverso strumenti di tipo perequativo.
Una “perequazione urbanistica” per garantire un’equa ripartizione tra diritti ed oneri all’interno degli ambiti di trasformazione (art. 5 del testo attuale); una “perequazione territoriale ed ambientale” che deve operare per un riequilibrio tra enti locali che sopportano differenti pesi urbanistici ed ambientali. (un buon passo l’art. 6 sulla perequazione intercomunale).
Da notare che i buoni propositi inseriti nel PTC della Provincia di Ancona a riguardo delle aree produttive sono rimasti purtroppo disattesi in mancanza di una regolamentazione operativa e cogente.

Una particolare perequazione tra diritti edificatori ed oneri sociali riferiti all’Ente pubblico ed ai privati proprietari potrebbe essere inserita, previa opportuna verifica della sua legittimità costituzionale, mediante la limitazione temporale del diritto di edificabilità in capo al privato al pari della decadenza dei vincoli espropriativi finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche, limite già introdotto nella legislazione statale per effetto di note sentenza della Suprema Corte.

2.3 Un terzo principio fondativo dovrebbe essere costituito dalla “partecipazione consapevole e democratica” delle comunità locali alle scelte di governo del territorio, oltre le normali procedure oggi in vigore (osservazioni); una partecipazione da rendere obbligatoria, effettiva e strutturata attraverso la codificazione di metodologie già sperimentate con successo o in fase di sperimentazione in altre regioni italiane o paesi europei (vedi la recentissima legge della Toscana del 20.12.07 o i più sperimentati modelli anglosassoni di urbanistica partecipata); l’attuale norma dell’art. 14 sull’inchiesta pubblica è troppo debole e discrezionale a questo riguardo, soprattutto se paragonata alle procedure previste per la Valutazione di Impatto Ambientale delle grandi opere (L.R. n. 7/04 sulla VIA) e per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi (D.Lgs. n. 152/06 e D.Lgs. n. 4/2008), e quindi va resa obbligatoria nei casi di piani e progetti che rivestono anche il minimo interesse pubblico.

2.4 E’ inoltre opportuno inserire in questa legge a pieno titolo le disposizioni relative alle procedure VAS di cui alla L.R. n.6 del 12/06/2007 e successive linee guida (ci risulta di imminente approvazione). Nel contempo occorre far sì che la nuova legge renda obbligatori i processi di adeguamento del PPAR da parte dei PTC per superare il limite perverso dei soli adeguamenti comunali a livello di PRG. Tale processo di adeguamento va avviato subito dopo l’approvazione della legge. Inoltre la legge deve riattribuire alla Regione il ruolo di controllo e verifica degli adeguamenti dei PRG e dei PTC al PPAR da parte dei Comuni e delle Province.

2.5 Altro principio ineludibile da inserire nella nuova legge dovrà essere quello del contenimento del “consumo di suolo”, o meglio del “risparmio di suolo”, partendo dall’assunto che il territorio è tra le principali risorse non rinnovabili del pianeta.
L’obiettivo ambizioso, ma necessario e strategico in prospettiva futura, del “consumo di suolo zero” potrà essere perseguito per gradi a partire dalla fissazione di livelli intermedi, mediante attribuzione di obblighi, limiti, incentivi e disincentivi ai Comuni in fase di adozione dei propri strumenti urbanistici, a partire dai piani strutturali.
Uno degli obblighi potrebbe essere costituito dalla verifica del livello di attuazione dei PRG vigenti da parte delle Province in sede di espressione del previsto parere di conformità al PTC (o, come da noi suggerito, di verifica di conformità a leggi e piani sovraordinati prima della approvazione dei PRG da riattribuire alle Province) e dalla possibilità di prevedere nuovi insediamenti (residenziali, produttivi, commerciali e direzionali) solo dopo aver raggiunto e completato una certa quota delle potenzialità edificatorie disponibili (per esempio almeno l’80%). Vanno inoltre ammesse le sole varianti parziali che prevedano trasferimenti di volumetria realizzabile, cambi di destinazione d’uso di aree ed immobili a parità di carichi e standards urbanistici.
Un interessante incentivo potrebbe essere quello della attribuzione di limitati “bonus” edificatori in caso di Comuni che decidano di procedere ad una pianificazione associata per ambiti intercomunali omogenei, tale da razionalizzare l’individuazione delle zone produttive e/o di servizi pubblici territoriali. Certamente è necessario prevedere specifici finanziamenti per la redazione dei Piani Strutturali di piccoli e medi Comuni; oppure, quale alternativa da valutare con attenzione, inserire una norma che individui il nuovo PTC adeguato al PPAR quale piano strutturale per i piccoli Comuni (p.es. sotto la soglia dei 5000 abitanti).
Viceversa un elemento disincentivante potrebbe essere rappresentato dall’impossibilità di prevedere nuove espansioni urbanistiche in assenza di una puntuale ed attenta verifica del possibile recupero e riuso di aree ed immobili dismessi.
E’ anche necessario impedire il ricorso a varianti parziali ai Piani Strutturali che prevedano aumenti del carico insediativo senza che sia verificata la loro necessità oggettiva e sempre che le nuove previsioni non riducano le aree di riserva ecologica ed ambientale.

2.6 Altro elemento sostanziale è quello del risparmio energetico e della ecocompatibilità degli interventi.
Anche in questo caso lo strumento dell’incentivo/disincentivo (sempre però limitando il ricorso ai soli incentivi volumetrici) potrà essere efficace nell’indirizzare i Comuni verso sempre migliori “buone pratiche” che prevedano un obbligatorio ricorso almeno integrativo a fonti rinnovabili.
Un buon inizio sarebbe comunque l’inserimento per legge dell’applicazione di criteri di valutazione ex ante dei nuovi interventi edificatori sul modello del “protocollo ITACA” e del Metodo di Valutazione Integrata (Me.V.I.), strumenti già in parte sperimentati con buoni esiti rispettivamente a livello regionale e territoriale (Parco del Conero).
Su questo aspetto il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) deve assumere un ruolo centrale e strategico all’interno della pianificazione provinciale e comunale, orientando sempre più verso il contenimento dei consumi delle risorse naturali non rinnovabili e dell’acqua piuttosto che sulla produzione di nuova energia.
A questo proposito è necessario che il PEAR sia articolato in Piani Energetici Provinciali e Comunali al fine di rendere organica e capillare una normativa che impedisca la realizzazione di interventi energivori.
Un'altra scelta positiva ed originale potrebbe essere rappresentata dall'incentivare l’adozione di criteri progettuali e costruttivi innovativi, sia per le nuove costruzioni che per gli edifici da recuperare, ossia l'uso dell'”edilizia mimetica”, quale soluzione per rendere meno impattanti gli interventi di nuova costruzione e meno “invasive” le ristrutturazioni. Tale azione sarebbe estremamente utile anche per riqualificare le aree produttive esistenti che hanno spesso brutalizzato il nostro paesaggio.

2.7 Un ulteriore punto che riteniamo essenziale per un equilibrato e sostenibile sviluppo urbanistico delle nostre città, per il recupero e la rivitalizzazione dei nostri piccoli centri alto collinari, pedemontani e montani in fase di continuo abbandono e per una sempre migliore tutela del paesaggio, è quello di attribuire maggior forza ed incisività al livello provinciale di pianificazione e programmazione territoriale che oggi si esprime attraverso il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC); uno strumento attualmente troppo debole e disomogeneo tra le quattro Province, che si sta rivelando incapace di indirizzare in modo incisivo e determinante le politiche di governo delle singole amministrazioni comunali, spesso troppo condizionate dalla necessità di “fare cassa” attraverso il reperimento di risorse finanziarie derivanti da oneri di urbanizzazione, ICI ed imposte accessorie.

• Tra gli obiettivi ed indirizzi cogenti da assumere a livello di PTC dovrebbero essere prioritari quello della introduzione di limiti drastici ed invalicabili alla crescita ulteriore dei centri urbani costieri (introducendo p.es. il limite di 300-500 metri di inedificabilità dalla costa) e delle zone produttive sparse (in particolare industriali e commerciali di grande distribuzione) e quello del decongestionamento della viabilità intercomunale ed urbana mediante ricorso a piani territoriali della mobilità che prevedano anche l’imposizione di limiti e disincentivi al traffico privato nei casi di particolare insostenibilità ambientale e l’individuazione di parcheggi di scambio intermodale a ridosso delle stazioni ferroviarie e delle autolinee. A tal fine i PTC obbligatoriamente devono individuare fra i suoi contenuti le conurbazioni continue per le quali deve essere attivata una pianificazione strutturale intercomunale e gli ambiti sovracomunali laddove il piano strutturale deve assumere efficacia di piano intercomunale, previa concertazione preventiva con i Comuni interessati.

2.8 E’ inoltre necessario rivedere le procedure per l’approvazione dei Piani Regolatori Generali, in prospettiva almeno al livello dei previsti Piani Strutturali, che riteniamo non possa essere ancora attribuita ai Comuni, ma che debba tornare di competenza almeno provinciale, fatte salve alcune eccezioni da stabilirsi con il massimo rigore (p.es. le città capoluogo prevedendo procedure concertative specifiche).
Anche il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, relative ad interventi ricadenti in ambiti di tutela paesaggistico-ambientale, andrebbe attribuito a specifici uffici provinciali dotati di competenze professionali adeguate, anche qui con la sola eccezione dei Comuni maggiori che possono usufruire di adeguata capacità organizzativa e dell’opera di tecnici di provata preparazione professionale.
Si ricorda in proposito che il Codice dei BB.CC. e del Paesaggio già prevede che la Regione verifichi la sussistenza di un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche e di autonomia gestionale delle strutture comunali delegate al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche (art. 146, comma 6).

A tal proposito va eliminata la possibilità per gli sportelli unici di autorizzare la realizzazione degli insediamenti produttivi al di fuori delle previsioni dei piani regolatori, in particolare laddove essi comportino occupazione di suolo libero.

2.9 Altro punto di grande preoccupazione è costituito dalla proposta di legge sugli insediamenti in territorio agricolo, modificativa della vigente L.R. n. 13/90.
Riteniamo che l’importanza della tutela del paesaggio rurale delle Marche, inestimabile e primario patrimonio socio-culturale prima ancora che economico della nostra regione, debba essere affrontato all’interno della nuova legge sul governo del territorio e non attraverso una riforma parziale della L.R. 13/90, che rischierebbe di vanificare anche il previsto e necessario processo di revisione del PPAR.

4. ELEMENTI DA APPROFONDIRE
Ulteriori elementi da inserire come criteri, requisiti od obiettivi da dettagliare ed attuare attraverso specifici regolamenti regionali o piani di settore, potranno essere costituiti da:
• Sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza nella ripartizione delle competenze tra soggetti istituzionali
• Autonomia e responsabilità nell’azione di governo del territorio
• Tempi certi nella conclusione dei procedimenti, con relative sanzioni per le inadempienze gravi (fino alla decadenza delle procedure già concluse e relativi poteri sostitutivi)
• Fissazione di regole per lo svolgimento delle conferenze di copianificazione e degli altri strumenti concertativi
• Fissazione di regole certe ed efficaci per lo svolgimento e la conclusione di accordi procedimentali e negoziali tra soggetti pubblici e privati, da basare sui principi della concorsualità e concorrenzialità delle proposte ed oggettività e trasparenza delle scelte
• Salvaguardia delle “dotazioni territoriali” (aree per servizi pubblici) e loro incremento non solo quantitativo ma soprattutto qualitativo
• Tutela del territorio agricolo e del paesaggio rurale in quanto patrimonio collettivo culturale, oltre che socio- economico, nel quale limitare l’estendersi del fenomeno della residenza civile e se possibile fermare quello delle seconde case
• Salvaguardia ed incremento delle “dotazioni ecologiche ed ambientali” (quali le aree naturali, le reti ecologiche, gli habitat delle specie faunistiche locali, non solo quelle già protette, ecc.) al fine di costituire un patrimonio inalienabile e non negoziabile di risorse indispensabili per garantire la vitalità del paesaggio e dell’ambiente regionale, completando prioritariamente gli studi sulla Rete Ecologica regionale
. Introduzione di strumenti penalizzanti per limitare l’adozione di soluzioni tecniche energivore per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni edilizie
• Un'ulteriore tema specifico su cui focalizzare l'attenzione della nuova legge è quello della “manutenzione del territorio”. Tutti noi assistiamo, più o meno costantemente ed impotenti, ai danni che il territorio subisce a causa di eventi naturali eccezionali. Molti dei problemi si possono far risalire alla mancanza di costante manutenzione dei corsi d'acqua, dei suoli agricoli di versante e dei crinali che, fino a non molti anni fa, veniva attuata dagli agricoltori nella normale buona pratica agricola e che ora, con l'imporsi dell'agricoltura meccanizzata, è venuta quasi sempre a mancare.

Altri danni sono dovuti alle aree di espansione urbanizzate che, oltre ad essere state attuate anche in aree a rischio geologico o idrogeologico, dovrebbero essere curate dalle Amministrazioni Comunali che ne hanno permesso la realizzazione, ma che poi non dispongono delle risorse economiche per garantire un'adeguata manutenzione.

Infine esiste il problema della progressiva rigenerazione naturale e/o artificiale delle aree di cava, per le quali dovrebbe essere reso obbligatorio il risanamento a carico dei cavatori stessi naturalmente sulla base di specifici progetti.

Per il tavolo tecnico – il coordinatore

Arch. Riccardo Picciafuoco
Ancona, dicembre 2010

BELLISSIMO CONVEGNO a COSSIGNANO sulla difesa del paesaggio-legge di iniziativa popolare

Si è svolto la scorsa domenica 16 gennaio  a Cossignano, lo straordinario convegno sulla presentazione di proposta di legge di iniziativa popolare sulla difesa paesaggistica e governo del territorio delle marche. In un'aula gremitissima di gente molto attenta e motivata, si sono succeduti gli interventi del sindaco Roberto De Angelis che ha illustrato i problemi dei piccoli amministratori, della prof.ssa Olimpia Gobbi con una appassionatissima presentazione del problema (magistrale intervento)  e un chiarissima illustrazione dei punti salienti della legge  illustrati dall'architetto Picciafuoco.  In questa scaletta di interventi programmati ha fatto la sua capatina anche l'assessore regionale Donati (non invitato quale relatore) , il quale ha elencato le deleghe innumerevoli del suo assessorato senza peraltro aggiungere alcun impegno formale e ufficiale a riguardo del tema del convegno. Numerossissimi gli interventi del pubblico ad indicare, se ce ne fosse ancora bisogno, dell'interesse che questo argomento riveste presso la popolazione.

lunedì 10 gennaio 2011

A COSSIGNANO UNA RIUNIONE PER PRESENTARE UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SULLA SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE delle MARCHE

Il prossimo 16 gennaio 2011, domenica, alle ore 17, presso la sala delle Culture del Comune di Cossignano, si terrà la prima importante presentazione a livello regionale , della proposta di legge di iniziativa popolare sulla salvaguardia del Paesaggio delle Marche.
Vi aspettiamo numerosi per capire di cosa si tratta e per discutere dei molti problemi che la nostra regione sta incontrando nella difesa del paesaggio, alla luce delle attuali difficoltà normative, politiche, economiche contingenti.
Certi che si tratterà di materia molto importante per tutti noi e per i nostri discendenti, ci incontreremo a Cossignano!!!