mercoledì 20 febbraio 2008

I CITTADINI DICONO NO in VALDASO a NUOVI CAPANNONI PER GALLINE!

BATTUTA DI ARRESTO PER I CAPANNONI IN VAL D’ASO

Si è svolta il 13 febbraio 2008 presso la sala della bocciofila del Comune di Monte Vidon Combatte l’inchiesta pubblica per la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), richiesta dal Comune e dall’Associazione “Agritur Aso” con il Coordinamento Ambientalista del Fermano (Italia Nostra, Legambiente, WWF, Archeoclub, Lipu e River Keep), dal “Comitato per la Tutela della Valle dell’Aso” e dai cittadini firmatari di una petizione, per valutare il progetto di insediamento di 5 nuovi capannoni industriali per l’allevamento di circa 580.000 polli proposto dalla ditta F.lli Monaldi.
L’argomento era piuttosto scottante perché si trattava di valutare il nuovo insediamento in quanto trattasi di industria insalubre di prima classe. Infatti erano presenti in sala molti sindaci dei comuni limitrofi, l’assessore all’agricoltura della Provincia di Ascoli Piceno, il Consigliere Regionale Ciriaci, i titolari della ditta Monaldi ed i funzionari della Regione incaricati di condurre l’inchiesta pubblica: dott. Piccinini e arch. Cremonesi.
La regione ha coordinato l’assemblea chiedendo ai tecnici dell’azienda Monaldi di illustrare il progetto agli oltre trecento cittadini presenti in sala.
Preciso, circostanziato ed esplicativo il primo intervento di Giovanni Conte, rappresentante del “Coordinamento Ambientalista del Fermano” ed in rappresentanza del “Comitato per la Tutela del Territorio della Valle dell’Aso”. Ha illustrato in sintesi le Osservazioni che erano state presentate il 6 dicembre, sollevando gli interrogativi sull’opportunità del progetto dell’azienda, in palese conflitto con gli interessi diffusi dell’intera vallata ed in contrasto con lo sviluppo di questa Valle che, più di ogni altra nella Regione Marche, conserva la cultura, le tradizioni, le eccellenze rurali e la bellezza di un “paesaggio” minacciato da aggressioni insostenibili; le stesse che in altre valli invece hanno già gravemente compromesso il territorio. L’intervento di Conte ha poi dato risalto ai dubbi manifestati dai cittadini sul già notevole impatto ambientale dei tre capannoni esistenti. Non da meno è stato l’intervento dell’architetto Riccardo Picciafuoco in rappresentanza del Coordinamento Regionale “Salviamo il paesaggio delle Marche” a cui aderiscono circa 45 associazioni; in sintesi ha descritto le ragioni per una valutazione ampia del tipo di insediamento, ponendo l’attenzione sulle ricadute negative all’insieme del territorio della Valle dell’Aso.
Roberto Ferretti dell’Associazione “Agritur Aso” ha suggerito nel corso del suo intervento all’azienda Monaldi soluzioni alternative in luogo degli impianti industriali, per esempio la realizzazione di un centro di studio e ricerca di zootecnia agro-alimentare di eccellenza a carattere internazionale.
Numerosi sono stati i successivi interventi, tra cui ricordiamo quello del direttore del Coldiretti, di Renzo Ciriaci dell’Associazione, dell’Assessore provinciale all’agricoltura, del sindaco di Ortezzano e altri, tutti concordi dell’incongruità del progetto Monaldi in questa qualificata area agricola, fortemente caratterizzata da insediamenti agrituristici e da un paesaggio ancora intatto, se non fosse per la presenza dei tre capannoni che la ditta Monaldi ha insediato nel 2000.
La svolta ai contenuti dell’assemblea è avvenuta verso la fine, a seguito del secondo intervento di Conte che ha sollevato dubbi sull’aspetto tecnico e procedurale dell’iter del progetto. Infatti il qualificato intervento dell’architetto Stefanini, membro della Commissione Nazionale per la V.I.A. che ha decretato l’assoluta carenza degli elementi fondamentali necessari all’esame di Valutazione di Impatto Ambientale.
Il coordinatore dell’inchiesta pubblica della Regione, dott. Piccini ha infatti rilevato e confermato tale carenza ed ha invitato la ditta Monaldi a ripresentare il progetto.
L’iter amministrativo si è quindi interrotto ed i cittadini hanno tirato un respiro di sollievo!
Si aprono ora diverse possibilità per l’azienda Monaldi, soprattutto alla luce di quanto è emerso: potrebbe valutare l’opportunità di presentare un nuovo progetto o cogliere i suggerimenti per studiare un diverso tipo di intervento che si inserisca meglio nel contesto territoriale e che sia rispondente alle peculiarità della Valle dell’Aso, al piano di sviluppo della stessa e avvantaggiarsi del nascente marchio di qualità “Valdaso”.
Restano ferme le richieste dei cittadini di vedere a breve la risoluzione ai fastidiosi problemi causati dagli attuali impianti esistenti. Chiedono infatti di ridurre l’impatto ambientale in generale, di mitigare l’impatto paesistico delle attuali strutture con idonea cintura di alberi, di eliminare i cattivi odori e le innumerevoli mosche che l’estate scorsa hanno infestato tutta la zona.